Molte sono le problematiche nell’ambito della ricerca artistica, tra queste l’annosa questione dei dottorati artistici o, come ancora si definiscono, diplomi di formazione alla ricerca. Un intervento interessante a questo proposito è stato presentato al Convegno nazionale CNSI “Così AFAM tutte” svoltosi al Conservatorio di Milano lo scorso settembre. Nella sua relazione “Ricerca e dottorato nell’AFAM: come liberarli dall’isola dell’Utopia”, oltre a mettere in luce le criticità della situazione Candida Felici, docente di Storia della Musica al Conservatorio di Como, ha presentato alcune proposte tra cui l’imprescindibile avvio dell’attività valutativa dell’ANVUR e l’auspicabile creazione di collaborazioni e consorzi tra istituzioni AFAM e tra queste e università.
Un bell’esempio di queste collaborazioni è il Programma di Workshops di Ricerca Artistica creato in via sperimentale nel 2016 dal prof. Francesco Torregiani del Conservatorio Cherubini di Firenze in collaborazione con l’Orpheus Instituut di Ghent e poi con il Conservatorio Verdi di Milano, per richiamare l’attenzione di docenti e studenti sull’importanza della ricerca artistica, la ricerca applicata alla pratica musicale, e per offrire agli studenti dei due conservatori l’opportunità di sviluppare dei propri progetti di ricerca.
Come si legge nel sito del Conservatorio Cherubini, l’iniziativa “intende fornire allo studente una preparazione alla riflessione autonoma metodologicamente organizzata sul proprio fare artistico e si inserisce nelle attività di preparazione e formazione ai Dottorati di Ricerca in musica all’interno del Terzo Ciclo Universitario, ancora in fase di ideazione in Italia, conferendo agli studenti partecipanti competenze per valutare l’ipotesi di una efficace candidatura specifica in Accademie, Conservatori, Università o Istituti di Ricerca internazionali”.
Significativa a questo proposito è la collaborazione con l’Orpheus Instituut, centro di eccellenza europeo per la ricerca artistica in musica che ospita il Programma interaccademico internazionale docARTES per studi di dottorato che coinvolgano anche la pratica nella ricerca musicale.
Quest’anno il programma prevede 4 workshop in Italia (due a Firenze e due a Milano) e due residenze settimanali a Ghent in Belgio durante i quali gli studenti selezionati avranno la possibilità di interagire anche con artisti ricercatori esterni che interverranno nella valutazione dei progetti che gli studenti stessi dovranno elaborare.
Nella tornata precedente, ad esempio i nove studenti scelti per partecipare al Programma hanno presentato progetti su:
La gestualità nella pratica musicale legata alle nuove tecnologie.(Lorenzo Ballerini Conservatorio Luigi Cherubini, Firenze); Transmedia Composition: Shaping Music and Other Arts in the Digital Era. (Pietro Dossena Conservatorio Giuseppe Verdi, Milano); Manifestazioni della musica popolare nella musica colta: problemi d’interpretazione nel repertorio pianistico colto di provenienza popolare. (Anna Rózsa Farkas Conservatorio Luigi Cherubini, Firenze); L’improvvisazione nella didattica per violino. (Marco Gallenga Conservatorio Luigi Cherubini, Firenze); L’uso di exciters nella musica acusmatica: l’oggetto sonoro-visivo. (Alberto Maria Gatti Conservatorio Luigi Cherubini, Firenze); Il ruolo della psicoacustica nella composizione di musica acusmatica spazializzata. (Nicola Giannini Conservatorio Luigi Cherubini, Firenze); Nuovi suoni per gli ottoni – Nuovi suoni per la composizione. (Raffaele Marsicano Conservatorio Giuseppe Verdi, Milano); Passi, battiti, respirazioni: dal comporre camminando al camminare componendo. (Alvaro Nunez Carbullanca Conservatorio Giuseppe Verdi, Milano); Manuscrittura pianistica – Analisi gestuale degli studi op. 10 e op.25 di F. Chopin. (Umberto Ruboni Conservatorio Giuseppe Verdi, Milano).
Il lavoro di approfondimento, di apprendimento delle metodologie, delle forme di presentazione e di redazione dei risultati del lavoro degli studenti, è seguito da Tiziano Manca, compositore e ricercatore presso l’Orpheus Instituut, Francesco Torrigiani, regista, responsabile per i progetti di ricerca del Conservatorio di Firenze e Gabriele Manca, compositore e delegato alla ricerca per il Conservatorio di Milano.
Nelle intenzioni degli organizzatori allargare in futuro la rete stabilita tra i Conservatori Cherubini, Verdi e l’Orpheus Instituut con la partecipazione del Conservatorio di Parma, del Conservatorio di Bologna, del Politecnico di Milano, dell’Università di Parma, dell’Università di Bologna, dell’Università Bicocca di Milano, dell’Università di Firenze, dell’Università Normale di Pisa, dell’Università Statale di Milano. Come affermano i coordinatori di Firenze, Milano e Ghent, “gli obiettivi di questa rete allargata saranno quelli di riproporre e consolidare la pratica del workshop e di una continua attività di sensibilizzazione alla ricerca artistica, nonché di creare la condizione ‘ambientale’ e di aprire la strada al terzo Ciclo (Dottorati di Ricerca) per i Conservatori”.