E’ iniziata nel mese di ottobre e si concluderà a marzo EAR – Electro Acoustic Room, una serie di sei concerti di musica elettronica ed elettroacustica, organizzati da LuganoMusica e Spazio21 del Conservatorio della Svizzera italiana sotto il segno delle parole di Luciano Berio: «Se un giorno si arriverà a una maggiore intesa fra i diversi generi musicali, fra le diverse cittadelle del consumo musicale, questo lo si dovrà in parte anche alle esperienze di musica elettronica. Spesso sono proprio quelle ricerche a poter entrare nel profondo dell’esperienza e nel vivo dei significati».
Come affermano gli organizzatori, nonostante la giovane età già esiste una storia della musica elettronica, e dunque i brani presentati e introdotti al pubblico in EAR – Electro Acoustic Room comprendono sia grandi classici del ‘900 sia opere più recenti, in particolare quelle che prevedono l’interazione tra musicisti reali e un apparato elettronico, tra uomo e macchina.

Proprio “Macchine per creare musica tra Napoli e Parigi” è stato il titolo di un incontro tenutosi al Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno durante il quale si è presentato Il lavoro del fisico Giuseppe Di Giugno, iniziato negli anni ’70 presso il Dipartimento di Fisica di Napoli e proseguito presso l’IRCAM di Parigi con la produzione del celebre Sistema 4X. L’incontro svoltosi lo scorso ottobre è stato una delle molte interessanti iniziative dell’ottavo Festival Internazionale di Musica elettronica ed elettroacustica che il Conservatorio Martucci bene ha diviso in due momenti per concentrare l’attenzione su due tipi di “arte elettroacustica”: a giugno i concerti con brani di autori storici, come Luigi Nono o JeanClaude Risset, accanto a brani di giovani compositori, sia acusmatici che “live”, per solo computer, o per ensemble di computer, con il debutto di MLE – Martucci Laptop Ensemble; in ottobre le installazioni sonore, che vivono di una stretta connessione con l’ambiente architettonico, con il corpo vibrante degli strumenti musicali, con il pubblico. Come nella presentazione di EAR, al centro di tutto resta sempre la necessità di “fare un’esperienza di ascolto”, “attività che può sembrare innocente, neutrale e passiva, ma che invece richiede attenzione, dedizione, qualche volta impegno, e sempre curiosità”.

Una impegnativa iniziativa dei conservatori italiani è stata sicuramente la quarta edizione di elettroAQustica – Rassegna di arti sonore e intermediali all’interno della quale il Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila ha inserito nel mese di ottobre anche un concerto con opere di Barry Truax, David Pirrò e Hanns Holger Rutz, un incontro con Pirrò, Rutz e lo stesso Truax, e, soprattutto, le fasi finali del XIII Premio Nazionale delle Arti – Sezione Musica Elettronica e Nuove Tecnologie con le varie categorie.

Interessanti le proposte dei vincitori: Roberto Cassano del Conservatorio “Piccinni” di Bari, vincitore nella Categoria A – Opere originali acusmatiche, per supporto digitale stereo; Maurizio Di Berardino del Conservatorio “Casella” nella Categoria B – Opere originali elettroacustiche per tamburo basco, motore elettrico ed elettronica dal vivo; Elia Zupin del Conservatorio “Tartini” di Trieste per la Categoria C – Opere originali audio-video; e Pietro Caramelli, Francesco Cesario, Stefano Cicerone, Andrea Marazzi, Matteo Martino, Luca Morino, Federico Primavera, del Conservatorio “Verdi” di Torino, vincitori nella Categoria D – Realizzazioni e interpretazione di opere del repertorio storico elettroacustico, per generatori sonori sperimentali e altoparlanti.

Alcune di queste proposte risultate vincitrici del Premio Nazionale delle Arti potrebbero sicuramente far parte della Rassegna EAR, in svolgimento a Lugano, didatticamente organizzata in un intelligente percorso terminologico-sonoro che inizia con “acusmatico” , normalmente riferibile a musica registrata la cui sorgente, o causa sonora, non è conosciuta o (ri-)conoscibile e chiede all’ascoltatore di focalizzarsi sul suono in sé e su cosa esso produce in chi lo sa ascoltare, e prosegue con “glitch”, suono abitualmente da evitare o mascherare, come una puntina di giradischi che salta sulla traccia, ma che può avere qualcosa da dirci; “loop”, porzione di materiale sonoro ripetuta, anche molte volte in una riproduzione identica e allargata; “musica concreta” legata al nome del compositore Pierre Schaeffer che a metà del ‘900, grazie alle possibilità offerte dalle tecniche di registrazione, inaugura un nuovo modo di percepire e concepire il suono; “texture”, trama di molti eventi acustici simili che si sovrappongono nel tempo utilizzando suoni naturali, come quelli derivanti dalla pioggia o dal fuoco, o suoni ricavati da brevi eventi o frammentati artificialmente e poi ricomposti; e si conclude con “feedback”, il rientro di un segnale in uscita (output) nell’ingresso (input), in modo circolare, intenzionalmente utilizzato per creare effetti sonori e suoni musicali unici.
EAR è un progetto di Spazio21 del Conservatorio della Svizzera italiana in coproduzione con LuganoMusica, coordinato dal Maestro Nadir Vassena e realizzato con il sostegno della Fondazione Artephila.
I sei concerti della rassegna sono ospitati al LAC Lugano Arte e Cultura, innovativa struttura progettata dall’architetto Gianola per essere attraversabile come una normale via urbana, aperta al lago ed alla città, luogo ideale per iniziative dedicate alla musica e alle arti visive e sceniche, per poter, come affermava Berio, “entrare nel profondo dell’esperienza e nel vivo dei significati”.