Nel 2018 avevamo parlato di Rosita Piritore quando Al Conservatorio “Boito” di Parma erano stati esposti tre Notturni di Carlo Mattioli ed erano state eseguite alcune composizioni di allievi che a quelle opere si erano ispirati.
Nel frattempo Rosita Piritore non solo ha conseguito la laurea magistrale in pianoforte col massimo dei voti, lode e menzione d’onore al Conservatorio Boito con la tesi “Dall’ombra alla luce: storie di compositrici fra passato e futuro”, ha anche vinto un’audizione per far parte dell’orchestra Toscanini Next di Parma, il suo lavoro per pianoforte, “Grovigli” è stato selezionato tra più di 130 opere dal festival americano LunArt (ascolta il videocommento) , recente ma già affermata rassegna di Madison, Winsconsin che promuove e celebra la presenza femminile nelle arti, ed è stata invitata a prendere parte ad Eparm 2020 presso la Royal Academy of Music di Londra in team con Carla Rebora, Marco Pedrazzi e Monica Rossetti per presentare il talk “Collective creation in Music and Linked verse composition” riguardante il loro lavoro sugli schizzi della decima Sinfonia di Beethoven.
Le arti visive sono però rimaste una fonte di ispirazione, come testimoniano le scelte linguistiche dei titoli di sui lavori ed anche il fatto che Piritore sia stata recentemente selezionata per la residenza artistica “Objet-Trouvé – Paesaggi sonori attuali e contemporanei” proposta dal centro Musica del Comune di Modena con Jean-Marc Montera. Si tratta di un progetto di contaminazione tra musica e arti plastiche e figurative ispirato dall’idea di “objet trouvé” di Marcel Duchamp.
Con l’occasione ripubblichiamo per intero l’intervista che Rosita Piritore ci aveva gentilmente rilasciato nell’ottobre 2018, relativa alla sua composizione “Notturno”
1 – Quali sono le caratteristiche più importanti della Sua composizione?
Credo che a livello epidermico l’ingrediente fondamentale del mio lavoro sia la reiterazione, a tratti ossessiva, di un frammento motivico per terze; il tutto poggia su un amalgama sonoro pastoso ed omogeneo. A livello profondo è invece vitale un senso di movimento quasi circolare e proiettato, non avulso tempo ma che in qualche maniera cerca di frenarlo, un po’ come la notte.
2 – Che cosa l’ha ispirata nel quadro/nei quadri di Mattioli?
Certamente il temperamento, il “timbro”. L’uso del colore e delle sue sfumature è stata in assoluto la prima cosa che mi ha impressionata, ed ha funto da suggestione per la stesura dell’opera.
3 – Ha trovato spunto anche in quadri di altri pittori che si sono ispirati alla musica come Mirò, Kandinskij o Whistler?
Per questa specifica occasione ho principalmente tratto spunto dai quadri di Mattioli. In passato mi è capitato di rifarmi a dei quadri, e si trattava proprio di Kandinskij.
4 – Quale rapporto c’è tra la Sua composizione e i Notturni dei musicisti celebri?
Vi sono alcune affinità per quanto concerne il gioco di funzioni che mano destra e sinistra assolvono nei due Notturni di Chopin e Field previsti in programma. Nello specifico il Nocturne di Chopin, fin dalle prime battute, palesa una particolarità non indifferente ossia quel DO che scende a SI. Il mio Notturno fa perno su questo connotato, in differenti maniere.
5 – Nel comporre il brano, ha seguito le indicazioni fornite nel corso di Composizione da Lei frequentato?
In realtà ho lavorato al Notturno in Luglio nel mio paesino in provincia di Agrigento, in un momento dell’anno “non accademico” quindi, per così dire. Certo è che le lezioni del M° Abbate sono spesso illuminanti, non solo per quanto concerne la tecnica del comporre ma soprattutto per quanto riguarda l’essenza del processo creativo.
6 – Aveva o ha in programma di presentarsi per la sezione “Composizione” del Premio Nazionale delle Arti?
Lo scorso anno mi era capitato fra le mani il bando ma non c’è stato un successivo approfondimento. Se capiterà l’occasione, perché no!
7 – Che cosa ha apprezzato maggiormente dell’evento “Notturni per Carlo Mattioli” organizzato dal Conservatorio “Boito”?
Ho apprezzato molto la sinergia creatasi fra le varie classi di composizione, pianoforte e musica da camera, nonché la possibilità di divulgare all’interno di un prestigioso evento nuova musica in un momento storico in cui ciò avviene, ahinoi, sempre più di rado.